Scandalo “dossieraggio”. Anche Gravina nell’elenco, rischia da 4 ai 12 anni
È stato ascoltato per oltre due ore dalla procura di Roma il presidente della Figc Gabriele Gravina, a seguito dell’indagine che lo coinvolge nell’inchiesta legata allo scandalo «dossieraggio» per appropriazione indebita e riciclaggio. Il procedimento ha avuto inizio dopo l’invio, nel marzo del 2023, di una segnalazione relativa a “presunte attività illecite” del presidente della Federcalcio.
Anche il suo nome, dunque, tra quelli dei vip coinvolti nello scandalo dello spionaggio messo in atto dal finanziere Pasquale Striano e dal pm antimafia Antonio Laudati, in cui sembrerebbe essere implicato anche il presidente della Lazio Claudio Lotito. Le accuse nei confronti di Gravina riguardano l’ipotesi che egli abbia assegnato il bando 2018 per lo sviluppo del canale tematico della Lega Pro, quando ne era presidente, alla società Isg Ginko in cambio di una somma di denaro pari a circa 250 mila euro, somma che poi avrebbe cercato di nascondere con un versamento di una doppia caparra da parte di una società terza per l’acquisto di alcuni libri antichi, senza che mai l’acquisto sia poi andato in porto. Desta sospetti però anche l’acquisto di un appartamento a Milano, pagato apparentemente con i soldi della tangente.
Per la precisione, però, bisogna sottolineare che la storia comincia nella primavera del 2022, quando Laudati chiama Striano e lo mette in contatto con Emanuele Floridi, ex collaboratore di Gravina. Quest’ultimo, accompagnato dal direttore sportivo della S.S. Lazio Mariano Fabiani si presenta dal maresciallo della Guardia di Finanza per parlare di diritti tv, ma soprattutto della collezione di libri d’epoca di Gravina che avrebbe venduto quando era presidente della Lega Pro. Alla fine dell’incontro ciò che ne viene fuori sono appunti che Laudati e Striano inviano ai pm di Roma, contenenti indiscrezioni che secondo l’avvocato di Floridi, Marcello Elia, sono nate su iniziativa di Striano.
Gravina a questo proposito ha chiesto di poter chiarire le accuse relative all’operazione, ed i suoi avvocati Leo Mercurio, Fabio Viglione e Micol Paglia si dicono sereni che la verità verrà fuori in tempi rapidi considerando i documenti che gli stessi hanno presentato di fronte al procuratore capo Francesco LoVoi e all’aggiunto Giuseppe Cascini. “Tale decisione è stata maturata al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. In questa vicenda, il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l’individuazione dei mandanti”, queste le parole degli avvocati difensori.
Bisogna quindi ora attendere per comprendere se le accuse verranno confermate, e nel caso ciò dovesse accadere Gravina rischia, diritto alla mano, la reclusione da quattro a 12 anni e una multa da 5.000 a 25.000 euro.
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