Sinner nel mirino dell’ITIA, rischia un anno di squalifica per doping

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Sinner nel mirino dell’ITIA, rischia un anno di squalifica per doping

Mancano solo pochi giorni all’inizio dell’Australian Open, ma la sfida più importante Jannik Sinner la vivrà in queste ore: l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), infatti, ha riconosciuto il ricorso presentato dalla WADA (World Anti Doping Agency) contro la sentenza di non colpevolezza del 19 agosto scorso in merito al caso Clostebol.

Alle porte del torneo in cui Jannik proverà a difendere per la prima volta nella sua carriera il titolo di uno dei tornei del Grande Slam, l’azzurro si ritrova nuovamente nel mirino della giustizia sportiva che stavolta non ha dubbi: nel caso in cui il ricorso venga accettato, il campione rischia da uno a due anni di squalifica. Dopo la vittoria nell’Australian Open Opening Week nel match contro Popyrin, il nostro altoatesino dovrà mettercela tutta per vincere anche questa sfida, di fondamentale importanza per la sua carriera.

Il “Caso Sinner”: tra le vittorie e la sfida con la WADA

Jannik Sinner ha vissuto un 2024 da sogno nel tennis, conquistando il titolo dello slam a New York e brillando nelle Finals di Torino, ma l’anno si è concluso con una vicenda delicata legata al doping. La positività al Clostebol, un composto vietato, ha messo sotto i riflettori l’azzurro, e la sua situazione è ancora in attesa di un verdetto definitivo.

La WADA ha presentato ricorso contro la decisione di non colpevolezza, aprendo la strada a una possibile squalifica che potrebbe estendersi da 1 a 2 anni, come confermato da Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency). Per seguire tutte le ultime notizie sul caso Sinner, visita Bobet News.

Positività al Clostebol: le tappe della vicenda

Nel corso delle ultime settimane, il caso di Sinner ha attirato nuovamente l’attenzione dei media, soprattutto a seguito delle dichiarazioni delle ultime ore dell’ITIA che parlano di una possibile squalifica legata a una contaminazione involontaria.

Il tutto ha inizio durante il torneo di Indian Wells del 10 marzo 2024, nel corso del quale un test ha rilevato la positività dell’atleta al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato. Il 18 marzo 2024, un secondo test ha confermato la presenza di un metabolita del clostebol nel corpo del tennista, ma Sinner non è stato immediatamente sospeso e questo ha suscitato interrogativi. La risposta ufficiale è arrivata con un appello al tribunale indipendente, che ha permesso a Sinner di continuare a giocare fino alla risoluzione del caso.

Sinner si difende: è una contaminazione involontaria

Il tennista ha spiegato che il clostebol è entrato nel suo corpo a causa di una contaminazione involontaria. Il fisioterapista Giacomo Naldi, durante il trattamento di una ferita, ha utilizzato uno spray chiamato Trofodermin, che conteneva la sostanza dopante. Secondo Sinner, sia lui che il fisioterapista non erano a conoscenza del contenuto del prodotto.

Il tribunale ha esaminato la situazione e, dopo aver ascoltato il parere degli esperti, ha concluso che Sinner non aveva alcuna colpa diretta nel caso. Gli esperti hanno affermato che la contaminazione era plausibile e che la quantità di clostebol trovata nel corpo di Sinner era minima e insufficiente per migliorare le sue prestazioni. I medici hanno confermato che la contaminazione involontaria era la causa più probabile, e per questo motivo non è stata applicata una squalifica immediata.

L’Appello della WADA e la decisione dell’ITIA

Nonostante la decisione del tribunale, la WADA ha è ricorsa in appello relativamente alla sentenza di assoluzione. Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, ha spiegato che, in caso di conferma della positività, la squalifica potrebbe partire da quattro anni. Tuttavia, se si dovesse dimostrare che l’uso della sostanza era involontario, la pena potrebbe essere ridotta a due anni. Moorhouse ha anche sottolineato che, nel caso specifico di Sinner, la situazione è più complicata poiché il prodotto non era contaminato, ma conteneva il principio attivo dopante utilizzato dal fisioterapista sul dito di Sinner. Il rischio di una squalifica va da uno a due anni.

Il futuro di Sinner rimane incerto, dato dunque che se il ricorso dovesse essere accettato, Sinner rischia di affrontare una lunga squalifica. Ma c’è ancora speranza per l’azzurro, poiché potrebbe esserci spazio per un possibile accordo transattivo tra le parti, come suggerito dall’avvocato Angelo Cascella. Questo scenario potrebbe portare a una conciliazione prima della sentenza definitiva, prevista per la primavera 2025.

Se vuoi seguire da vicino gli sviluppi del caso e le ultime notizie su Jannik Sinner in caso di squalifica, visita sempre Bobet News per restare aggiornato su tutti i dettagli.

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