Salute mentale e F1: Lewis Hamilton e la depressione
Lo spettacolo offerto dalla Formula 1 è dato da un mix di elementi: talento, passione, allenamento, forza fisica e, ultima ma non per importanza, forza mentale.
Proprio quest’ultimo punto è uno dei temi che a lungo sono stati considerati dei tabù nel mondo del motorsport, ed in particolare l’ambito della F1 si è da poco aperto su un argomento così delicato.
Lewis Hamilton e la lotta contro la depressione
Il primo ad esporsi nel corso dello scorso mese è stato nientemeno che Lewis Hamilton, sempre in prima fila su temi sensibili. Il sette volte campione del mondo, infatti, è tornato a raccontare come il razzismo, bullismo e la pressione subite fin da ragazzino siano state le cause scatenanti della sua profonda crisi depressiva.
Il pilota ha dichiarato che, nonostante un primo momento in cui pensava di aver superato la situazione ed essere uscito dal buio che lo attanagliava, “il mostro” si è ripresentato nel momento in cui si è visto strappare il titolo ad Abu Dhabi nel 2021, aprendogli gli occhi sul fatto che in realtà c’era ancora molto lavoro da fare.
Russell e i suoi problemi di conversione
Rimanendo in casa Mercedes, nel 2023 George Russell in un’intervista per la rivista Men’s Health parlò di come inizialmente aveva sottovalutato di avere un problema, salvo comprendere in seguito che aveva bisogno di consultare uno psicologo.
Grazie a questo Russell ha capito di sentirsi meglio, “come se mi fossi tolto un peso dalle spalle”, soprattutto a seguito di un incidente in cui per rialzarsi è stato fondamentale affidarsi a un professionista.
Norris e le crisi d’ansia
Un altro dei big che ha recentemente condiviso la sua esperienza in merito è stato Lando Norris, che nel 2020 dichiarò di aver avuto problemi di ansia e bassa autostima all’inizio della sua carriera.
Dopo averne parlato apertamente, il pilota McLaren ha iniziato anche a collaborare con Mind, un’associazione benefica che si occupa di salute mentale. “È stato fondamentalmente parlarne le prime volte. Alcune persone mi hanno detto che li stavo aiutando e che aveva avuto questo impatto su di loro. Nel tempo mi sono accorto che era una cosa enorme quello che avevo fatto.”
L’iniziativa della McLaren
Nella giornata di ieri poi, la McLaren ha condiviso sulle proprie piattaforme social un video in cui a Norris e ad altri componenti della scuderia veniva chiesto di effettuare una chiamata ad una persona, chiedendogli semplicemente come stesse. La didascalia recita “una chiamata può fare la differenza. Prendi il telefono”.
Anche in questo si vede un Norris inizialmente in difficoltà nell’effettuare la chiamata a causa dell’ansia, ma successivamente l’obiettivo del video è stato chiaro a tutti: anche una semplice chiamata possa cambiare la giornata di una persona, facendola sentire importante.
Dai problemi alimentari ai problemi di autorstima: il racconto di Valtteri Bottas
Valtteri Bottas, nonostante la sua solarità, ha raccontato di come la salute mentale sia stata in bilico nel corso della sua carriera a causa di un problema ancora più sottovalutato e inesistente nel mondo delle corse: i disturbi alimentari.
A dare il là alla ricerca di aiuto è stata la tragica morte di Jules Bianchi nel 2014, anche se le difficoltà si sono poi ripresentate nel 2021, suo ultimo anno in Mercedes, a causa dei dubbi sul suo futuro in F1.
“È stato solo l’anno scorso che ho potuto accettare che Lewis Hamilton fosse un pilota migliore. Mi sono sempre chiesto come avrei potuto batterlo e vincere il campionato del mondo. Sono stati cinque anni piuttosto estenuanti.” – queste le parole finlandese.
Alpine e JAAQ fanno parlare Gasly ed Ocon
Ultimi, ma non per importanza, anche Pierre Gasly ed Esteban Ocon si sono espressi in merito a questo argomento nel corso di un video pubblicato ieri dalla scuderia Alpine in collaborazione con JAAQ, un motore di ricerca gratuito per la salute mentale contenente risposte, consigli, storie e supporto di medici, esperti e volti famosi.
Gasly ha dichiarato che la salute mentale significa tanto per lui, soprattutto essendo un fattore estremamente importante in quanto atleta. Gli atleti infatti sono costantemente alla ricerca del risultato migliore e della perfezione, motivo per cui anche il minimo errore potrebbe costare caro a una stabilità emotiva e mentale. Gasly stesso ha sostenuto che è importante comprendere se stessi, buttando fuori quelli che sono i problemi che differiscono da persona a persona.
Ocon ha invece posto l’attenzione su come una salute mentale stabile sia per lui importante per approcciarsi nel modo migliore alle persone che ama. In quanto pilota, il pilota è costretto a viaggiare e, per quanto questo sia ciò che ama fare, è lui stesso a sostenere che ha bisogno anche di tornare “sulla propria strada” per stare con le persone che gli sono a cuore e ricordare sempre da dove viene.
In altre parole, se la stabilità mentale permette di condividere del tempo con le persone che amiamo, allo stesso modo quel tempo ben speso ci permetterà di sentirci meglio mentalmente.
Una maggiore consapevolezza in F1
Un tema dunque molto importante che avrebbe indubbiamente bisogno di un maggiore visibilità all’interno del Circus della Formula 1, ma che piano piano sta emergendo e coinvolgendo tutti.
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