Chi sono i Rookie NBA più forti della stagione 2023/2024

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Chi sono i Rookie NBA più forti della stagione 2023/2024

Il Draft NBA è una delle dinamiche che rendono unico il format sportivo offerto dalla lega di pallacanestro americana: i migliori giovani del mondo che ogni anno vengono selezionati dalle franchigie, pronti a rinforzare squadre in difficoltà e in generale a diventare i nuovi volti di una lega che garantisce sempre spazio a chiunque sappia reggere la pressione e dimostrare d’avere talento con una palla da basket tra le mani. Le sorprese sono tante, così come i giocatori che inizialmente non promettono granché di buono e poi si scoprono nel giro di qualche anno come dei veri e propri All-Star.

I tre rookie NBA più forti della stagione 2023/2024: ecco chi sono

Quindi, ci siamo chiesti: quali sono i giocatori da non perdere in questa stagione tra i rookie pronti a scendere in campo tra i professionisti per la prima volta? Ne abbiamo segnati tre, i più scontati forse e tenendo conto che non si può non inserire Victor Wembanyama in questo genere di selezioni.

Scoot Henderson – Portland Trail Blazers, 3^ scelta assoluta al Draft

Doveva essere la seconda scelta assoluta, ma alla fine lo hanno preso i Blazers alla tre (e a Charlotte potrebbero pentirsene nel giro di poco tempo): Scoot è un playmaker di livello alto, uno dei migliori prospetti nel ruolo di point guard da anni. Di sicuro non è al momento una prospettiva perfetta e non sarà già un prodotto finito, forse serviranno alcuni anni per esserlo, ma di certo ha delle caratteristiche fisiche di alto livello per la sua età e ha una grande capacità di prendere il sopravvento sugli altri durante le partite. La situazione che si è creata in Oregon non è semplice, chiamato a raccogliere un’eredità pesantissima come quella di Damian Lillard – che per oltre un decennio è stato il leader assoluto di Portland nel suo stesso ruolo.

Henderson è un atleta solido come una roccia, esplosivo in transizione, spalle larghe, una struttura forte e una buona capacità nell’attaccare il ferro. Ha tutte le caratteristiche, tra fisicità e rapidità, che cerchi in un playmaker NBA di alto livello, oltre a braccia lunghe e la capacità di assorbire il contatto in area. È un rifinitore creativo, che dà il meglio di sé quando attacca forte fino al canestro, mette a segno i punti anche nel pitturato e infine non si fa mancare il tiro dalla media distanza. Insomma, se volete segnarvi il nome di un giocatore da non perdere d’occhio, sicuramente potete contare su di lui.

Brandon Miller – Charlotte Hornets, 2^ scelta assoluta al Draft

Per quello che riguarda il campo e il talento tecnico potenziale, è davvero difficile trovare di meglio per combinazione di tecnica, fisico, età e prospettive: Brandon Miller è un tiratore favoloso, eccellente passatore, classica ala realizzatrice di potenziale, proiettata sul palcoscenico NBA. I 18.8 punti segnati nell’unico anno collegiale in Alabama non sono casuali: è prospetto speciale. Elegante, tecnico, con ottimi fondamentali. Probabilmente non il giocatore più fisico di questo Draft, forse un filo soft lo è sia fisicamente – è molto magro – che caratterialmente sul parquet, ha tappato le prestazioni al torneo NCAA, sotto pressione, ma appunto ha appena 20 anni e margini di crescita clamorosi.

Il vero problema che si trascina dietro è il comportamento lontano dal parquet, coinvolto in maniera diretta in una brutta storia di un omicidio e più in generale spesso accompagno da amici e conoscenti poco raccomandabili – uno di quei punti d’attenzione che le franchigie NBA non si lasciano sfuggire e che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia della sua carriera. Sarà più quello che accade ai margini del campo da gioco che sul parquet a delineare le potenzialità della carriera di Brandon Miller. Staremo a vedere.

Victor Wembanyama – San Antonio Spurs, 1^ scelta assoluta al Draft

Nessun giocatore della storia della pallacanestro è paragonabile, per ora, a Victor Wembanyama. A fare la differenza nel creare un prospetto definito generazionale da più parti, è stato lo sviluppo cestistico del francese: con quella altezza sarebbe stato “normale” allenarlo come un centro classico, invece sin da bambino sul giovane Wemby è stato compiuto un lavoro molto più ampio, consentendo così al fenomenale atleta di sviluppare abilità uniche a quelle “altezze”, dal palleggio da playmaker ad un range di tiro da specialista dei tre punti. Tiro che, grazie ai 221 centimetri, diventa sostanzialmente instoppabile: sotto canestro invece Wemby è una macchina da stoppate e rimbalzi, da classico centro.

E poi le sue origini: Wembanyama arriva da una famiglia di cestisti. Nato nel sobborgo parigino di Le Chesnay, sua madre Elodie è un’allenatrice di basket e gli ha insegnato a giocare fin da piccolo. Anche la sorella maggiore Eve, il fratello minore Oscar, il nonno Michel e la nonna Marie Christine hanno giocato a basket. Mentre il padre, Félix, era un atleta di atletica leggera. “Il basket è sempre stato presente nella mia vita”, ha detto Wembanyama a Slam Magazine l’anno scorso. “Sicuramente è stato qualcosa di inevitabile nella mia famiglia”. E noi siamo pronti a goderci le sue prodezze.

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