La Roma lotta e vince i suoi demoni contro il Frosinone

La Roma lotta e vince i suoi demoni contro il Frosinone

La Roma scende in campo con il cuore carico di determinazione, ma anche con un groviglio di dubbi che la circonda come un’ombra. Sembra che non importi contro chi giochino, finiscono sempre per affrontare avversari con gambe solide, una conoscenza della geometria del campo e un minimo di presenza mentale. La situazione è ancora più complicata quando si scontrano con una squadra come il Frosinone, che può vantare alcuni ex giocatori giallorossi pronti nel dimostrare il loro valore. L’Olimpico era pieno e desideroso di vittoria, mentre il Frosinone poteva contare su giocatori come Soulé, che è diventato il secondo miglior dribblatore del campionato dopo aver fatto parte della Juventus, e su un ordine imposto da Eusebio Di Francesco per liberarsi del caos zemaniano che aveva caratterizzato la squadra.

Roma-Fronsinone: dalle incertezze difensive fino al gol di Lukaku

Durante il match si nota un’eccessiva paura di commettere errori. Il portiere Rui Patricio è così cauto da cercare di bloccare i palloni un metro oltre i pali, mentre il difensore N’Dicka sembra costantemente indeciso tra anticipare l’avversario o correre all’indietro, ma il pallone nel calcio viaggia troppo veloce per permettere il lusso del pensiero. Lorenzo Pellegrini sembra avere perso il senso delle proporzioni, i suoi passaggi spesso mancano la loro destinazione prevista e anche Paulo Dybala, pur mantenendo il suo tocco magico, fatica a trovare compagni di squadra pronti a ricevere i suoi traccianti. In questa situazione, l’unico giocatore che sembra ancora padroneggiare la leggerezza mentale necessaria al calcio è Romelu Lukaku. Non solo ha segnato un gol dopo venti minuti di stasi agonistica, ma è anche il primo a spronare i compagni quando la squadra si abbassa di intensità.

La Roma sembra aver perso fiducia in se stessa e nel suo destino dopo la vittoria contro l’Empoli, che sembrava aver cambiato le sorti del campionato. Ora si ritrovano a dover competere con squadre che corrono di più, controllano meglio il pallone e commettono meno errori. Un semplice cambio tattico può rovesciare la partita in favore degli avversari. La paura sembra aver preso il sopravvento sulla squadra, che gioca con la costante apprensione di infortuni imminenti e errori fatali.

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