Gli attaccanti dell’Italia di oggi: tra talento grezzo e paragoni pesanti
Negli ultimi anni, la Nazionale italiana ha vissuto una crisi di qualità evidente, specialmente per quanto concerne il reparto offensivo.
Abbandonata l’epoca dei grandi centravanti da copertina, da Vieri a Inzaghi, da Toni a Gilardino, l’Italia si affida oggi a un mix di potenzialità ancora in fase di sviluppo, scelte tattiche obbligate e giovani in rampa di lancio.
I “numeri 9” sotto la lente di Gattuso sono attualmente tre: Moise Kean, Mateo Retegui e il giovane Francesco Pio Esposito, simboli di un presente in cerca d’identità e di un futuro ancora tutto da costruire.
Di origini argentine, Mateo Retegui ha saputo ritagliarsi un ruolo importante in maglia azzurra. Attaccante fisico, concreto, poco spettacolare ma efficace, ha mostrato un’innata capacità di attaccare l’area e finalizzare.
Il titolo di capocannoniere della Serie A conquistato nella passata stagione e i numeri con la maglia della Nazionale hanno rafforzato la sua candidatura a centravanti titolare.
Non ha i colpi di classe dei grandi del passato, ma offre soluzioni moderne: pressing alto, gioco spalle alla porta e capacità di attaccare la profondità.
Anche il percorso di Moise Kean è emblematico: lanciato giovanissimo come predestinato, ha alternato lampi di talento a lunghi periodi di opacità.
Gattuso continua a puntarci, convinto di potergli far fare lo step decisivo.
Le doti fisiche non si discutono: Kean è rapido, potente ed esplosivo. Ciò che gli manca sono la continuità e la maturità tattica.
Se le trova, può diventare un’arma devastante per il CT. A 25 anni il tempo delle promesse comincia a scadere, e la concorrenza cresce.
Infine, dopo un’ottima stagione in Serie B e l’esordio con l’Inter dei grandi, Pio Esposito si sta affacciando sul palcoscenico della Nazionale maggiore.
Classe 2005, fratello minore di Sebastiano e Salvatore, Pio è una punta centrale con personalità, fiuto del gol e movimenti da attaccante già maturo.
Gattuso lo ha convocato più volte e gli ha concesso minuti preziosi, segno che il CT lo vede come una scommessa da vincere nel medio-lungo periodo.
Il paragone con i grandi del passato è prematuro, ma in termini di prospettiva Pio rappresenta una speranza concreta per il futuro azzurro.
Guardando indietro, il confronto con le punte “di una volta” è inevitabile.
Gli attaccanti che hanno segnato la storia recente della Nazionale univano qualità tecniche, leadership e una naturalezza nel segnare che oggi sembra mancare.
L’Italia del 2006, per esempio, aveva in rosa Toni, Inzaghi, Gilardino, Totti e Del Piero: attaccanti con decine di gol in maglia azzurra, capaci di decidere le partite con una giocata.
Oggi, nessuno degli attaccanti in rosa ha ancora raggiunto quello status.
Kean, Retegui e Pio Esposito non sono (ancora) nomi da copertina, ma rappresentano tre strade diverse per cercare di colmare il vuoto lasciato da una generazione d’oro.
La speranza è che almeno uno di loro possa fare quel salto che trasformerebbe un attacco di transizione in un reparto decisivo per le sorti della Nazionale.
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