Il complesso mondo dei vertici F1: come funziona?
Con gli ultimi accadimenti, tra licenziamenti di personalità importanti e sanzioni criticate dall’associazione piloti (leggi qui per saperne di più), i vertici della Formula 1 sono sempre di più al centro dell’attenzione.
Ma non sempre è facile comprendere chi si occupa di cosa e in che modo sia amministrato il Circus, per cui è bene fare un po’ di chiarezza ed andare a vedere cosa ci sia dietro a sigle come FIA, FOM, FOG e via discorrendo.
Iniziamo quindi dalla differenza del ruolo della conosciutissima FIA e della meno conosciuta FOG.
Cos’è la FIA?
La FIA, acronimo di Fédération Internationale de l’Automobile, ha sede al numero 8 di Place de la Concorde di Parigi e rappresenta circa 240 Automobile Club di 144 paesi del mondo. Essa è fondamentale in quanto si occupa anche di regolare, a livello mondiale, molti sport motoristici.
Nello specifico la FIA si occupa di regolare la Formula 1, Formula 2, Formula 3, il Campionato Endurance e prototipi, dove spicca la leggendaria 24 ore di Le Mans. Il suo compito è quindi quello di assicurarsi della regolarità di gare, monoposto, campionati mondiali e relativi albi, stilando un regolamento sportivo e uno tecnico.
Nelle ultime settimane poi abbiamo visto come la FIA sia fondamentale relativamente al modo in cui i partecipanti possono appellarsi alle decisioni che ritengono errate da parte del collegio dei commissari o del direttore di gara (che dopo il presunto addio di settimana scorsa di Niels Wittich è diventato Rui Marques).
Cos’è la FOG?
Tornado alla divisione iniziale, vediamo come invece la FOG (Formula One Group) si occupi delle regole relative alle omologazioni dei circuiti.
Al capo troviamo Stefano Domenicali, presidente della Formula 1 e amministratore delegato della FOG. Il suo ruolo ha a che fare con l’aspetto organizzativo riguardante la F1, come le relazioni con i media e gli introiti derivanti da dalla vendita dei diritti televisivi.
Il Patto della Concordia
in vista della sua scadenza nel 2025, non si può non citare il “Patto della Concordia”, sancito per la prima volta nel 1981. Il nome deriva dal fatto che il primo fu firmato presso gli uffici della FIA, presso Place de la Concorde, a Parigi.
Ma di cosa si tratta? Questo è un accordo commerciale che regola la partecipazione delle Scuderie al Campionato Mondiale e il trattamento economico delle stesse all’interno della competizione, in base alle regole della Formula One Management, società del Formula One Group.
In sostanza questo il patto permette di gestire il gruzzolo della Formula 1, dividendo le somme che spettano alla FOG, alla FIA, e ai vari team che partecipano al mondiale di F1, in base alle classifiche finali, alle gare vinte, al palmares e tutti i risultati raggiunti.
La Formula One Commission
Non si conoscono tutti i dettagli di questo patto, ma un organismo fondamentale definito dal Patto della Concordia è la Formula One Commission, che si riunisce regolarmente per valutare gli aspetti organizzativi. Le scelte prese in questa fase vengono poi ratificate dagli organi della FIA, il World Motor Sport Council e l’Assemblea Generale, mentre la Federazione ha autonomia solo su quello che concerne la sicurezza.
La commissione ha 26 membri: il detentore dei diritti commerciali, Stefano Domenicali per la Formula One Management, il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, i 10 Team Principal, i 4 organizzatori di Gran Premi europei e i 4 organizzatori di Gran Premi extra-europei, i 2 rappresentanti degli sponsor, il rappresentante fornitori pneumatici (Pirelli) e 1 rappresentante fornitori motori.
Come si sostentano le scuderie?
La divisione del denaro alle scuderie deriva in parte dalla classifica costruttori e in parte dai bonus storici. A tal proposito, solo la Ferrari può vantare una somma “extra” – sempre stabilito nel Patto della Concordia – in quanto unica scuderia presente in tutte le edizioni del campionato, che viene quantificata in base al denaro da suddividere ai team: se resta sotto il miliardo di dollari si attesta al 5%, mentre sale al 6% tra 1 e 1,05 miliardi fino al 10% oltre gli 1,1 miliardi.
La Ferrari, sempre secondo quanto stabilito nel patto della Concordia, ha il diritto di veto, ovvero la possibilità di opporsi a tutte le decisioni prese nel mondo della F1, tralasciando però quelle relative alla sicurezza.
Le compagnie della FOG
La FOG, a sua volta, gestisce diverse società quali: la Formula One Promotions and Administration, la Formula One Management (nota come FOM) e la Formula One Licensing BV.
La FOM si occupa degli investimenti parziali su circuiti e scuderie (come nel caso di Monaco) puntando sulla popolarità di questo sport, tanto da detenere anche i diritti commerciali sui nomi delle scuderie, il logo ufficiale della F1 e tutti i contenuti dei media.
Che ruolo ha Liberty Media?
Attualmente il Formula One Group appartiene a Liberty Media, l’ormai celebre azienda di mass media statunitense che si occupa della popolarità del circus lavorando sull’aspetto organizzativo e gli sponsor, lo sfruttamento del marchio F1 e i rapporti con i media.
Adesso che tutto è più chiaro, non vi resta che godervi questa fine del Campionato 2024 restando informati grazie a Bobet News.
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