Il Panathinaikos sfida i Boston Celtics, gli americani rifiutano: cosa sta succedendo?

Il Panathinaikos sfida i Boston Celtics, gli americani rifiutano: cosa sta succedendo?

Se la FIBA (federazione internazionale di pallacanestro) non agisce, ci pensa il Panathinaikos: la squadra vincitrice dell’ultima edizione di Eurolega sfida i Boston Celtics, vincitore dei playoff NBA, per decretare chi sia effettivamente la squadra più forte al mondo.

Ma se la squadra greca desidera mettersi in gioco per unire le due competizioni in una grande sfida, dall’America la risposta è inequivocabile, con un no secco degli avversari a stelle e strisce.

I precedenti

La sfida però non sarebbe nuova, infatti i precedenti nel mondo del basket ci sono eccome: l’ultima in ordine cronologico è stata nel 2010, anno in cui il Barcellona, campione di Eurolega, sfidò e vinse contro gli allora freschi campioni NBA, i Los Angeles Lakers, nell’amichevole in Catalogna, portata a casa con il punteggio di 92-88

Vale la pena ricordare che, prima di questa sfida “moderna”, una torneo sulla falsariga dello scontro proposto da Atene ha visto la sua realizzazione con il “McDonald’s Championship”, disputato tra il 1987 e il 1999 in diverse località del mondo. Tuttavia, la competizione non proseguì, poiché si trattava più di una campagna di sponsorizzazione che di un vero e proprio evento sportivo.

Tillman: “l’NBA non ha rivali”

Ecco dunque che si arriva ad oggi, in cui la mancanza di un torneo che permetta la sfida tra le contendenti delle diverse Leghe viene supportata dal rifiuto degli americani alla proposta di coach Ergin Ataman e del playmaker Kostas Sloukas, che avevano invitato i Boston Celtics alla OAKA Arena per la sfida.

Alla domanda posta da alcuni giornalisti sulla proposta arrivata da Atene, infatti, sono stati i diretti interessati a far capire che ringraziavano per l’offerta ma non ci sarebbe stata alcuna partita. Questo traspare chiaramente dalle parole di Xavier Tillman, il quale ha sostenuto che ritiene l’NBA il miglior campionato del mondo, motivo per cui non serve una sfida per decretare chi sia effettivamente il “campione del mondo”.

“Il mondo intero si sforza per raggiungere il nostro livello, per cui non ha senso mettere in palio titoli che non hanno motivo di esistere”– ha poi concluso lo stesso.

Mazzulla e Tatum si aggregano

Anche coach Joe Mazzulla non si è discostato da quanto detto dal suo giocatore, puntando però il focus su un’aspetto diverso: la sfida ci può anche essere, ma non di certo per vincere un premio, quanto per testare le capacità della squadra in vista dell’inizio della stagione. “A me interessa solo giocare, l’avversario poco conta”– queste le parole di Mazzulla. 

Si è unito al coro, ovviamente, anche la stella Jayson Tatum che, seppure rimasto in panchina nel corso delle Olimpiadi di Parigi 2024, resta comunque uno dei pilastri di Boston; l’ala degli americani ha infatti dichiarato:

“Non mi interessano le ipotesi e le teorie su chi si chiede cosa succederebbe se si facesse davvero un confronto del genere. Penso che non accadrà mai, anche se magari come format potrebbe funzionare e rivelarsi assai competitivo. È una cosa però che non si verificherà a breve termine, per cui non ha senso nemmeno parlarne”.

Una sfida tra le due realtà è ancora lontana

Ancora un blocco dunque alla possibilità di una sfida che possa a tutti gli effetti essere mondiale, alimentata anche dalla mancanza di dialogo tra NBA ed ECA, in cui la FIBA sta a guardare senza avvicinare effettivamente “ i due mondi”.

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